
Bar Luce
“Non c’è una prospettiva ideale per questo spazio. Dal momento che è stato pensato per essere ‘vissuto’, dovrebbe avere molti posti comodi dove sedersi per conversare, leggere, mangiare, bere… Credo che sarebbe un ottimo set, ma anche un bellissimo posto per scrivere un film. Ho cercato di dare forma a un luogo in cui mi piacerebbe trascorrere i miei pomeriggi non cinematografici”.
Questo il pensiero di Wes Anderson, affermato regista statunitense che ha stregato tutto il mondo con le sue sceneggiature magiche e poetiche. Ed è proprio questa l’atmosfera che si respira sorseggiando un Moscow Mule seduti sulle rosse poltrone del Bar Luce, un luogo pensato proprio da Anderson e progettato in collaborazione con il designer Rem Koolhaas ispirato all’estetica che caratterizzava il design italiano tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
I mobili di formica, i pannelli di legno impiallacciato che rivestono le pareti e la gamma cromatica ci portano indietro nel tempo, il soffitto a volta riproduce in “miniatura” la copertura in vetro della Galleria Vittorio Emanuele, per celebrare ancora una volta una città ricca di fermento culturale e artistico come solo Milano sa essere. Altri elementi chiave della Galleria trovano spazio nella parte superiore del Bar, in una sorta di schema decorativo.
Tra le altre fonti iconografiche vi sono in particolare due capolavori del Neorealismo italiano, entrambi ambientati a Milano: Miracolo a Milano (1951) di Vittorio De Sica e Rocco e i suoi fratelli (1960) di Luchino Visconti.
Un bar che è molto più di un semplice luogo pensato per momenti rillasanti, ma una vera e propria istituzione dove potersi creare una propria realtà, per assaporare dei minuti in piacevole compagnia lontano dalla frenetica vita cittadina.
Greta Belloli








